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Roma, Ottobre 1974
Da un ricordo di Nino Romano.
La sua più difficile intervista fu quella fatta al Maestro Ennio Morricone. Il capo redattore di Grazia, Guido Re, aveva già pronto il titolo: "Ecco il genio della colonna sonora". L'incontro con il maestro avvenne a Roma, in una sala di registrazione, con non poche difficoltà. La moglie, con la quale erano stati presi gli accordi telefonici, temporeggiava, rimandava continuamente. Le scuse erano chiaramente di circostanza. La verità Romano la scoprì dopo: era la prima volta che il maestro faceva un'intervista. Di poche parole, con la complicità della moglie, si sottraeva ingenuamente all'appuntamento. Impiegò tre giorni a riceverlo. Morricone si presentò con grandi occhiali di tartaruga nera e gli svelò i segreti del suo lavoro: non componeva al piano ma elaborava mentalmente le idee musicali che poi trascriveva sul pentagramma. Si mostrò anche spiritoso. Parlò dei suoi quattro figli confessando che solo il terzo, Andrea, allora di nove anni, rivelava buone qualità al piano. Confessò: "Tutti mi dicono che è un abilissimo pianista. Io non lo so, perché suona quando io non sono in casa". Con lui, negli anni seguenti, Romano realizzò tre dischi: Il sereno e la tempesta, Buonanotte Papà e La congiura.
Roma, 1980
Men's Bazaar Italia e America.
Durante l'intervista a Franco Zeffirelli, Romano gli chiese: "Non ha mai scoperto un nodo che non è mai riuscito a sciogliere?". "Ho pochi rimpianti nella vita", rispose il regista. "Le uniche cose che rimpiango sono quelle che non ho potuto realizzare o per pigrizia, o per paura o per diffidenza. Soprattutto il rimpianto è per gli amici perduti, le persone care che sono morte e che mi stavano a cuore, come La Callas e Visconti. Siamo rimasti a volte in una posizione professionale un po' fredda. Rimpiango di non aver dato di più e detto di più a questi straordinari amici".
Milano, 1986. Circolo della Stampa
Presentazione del libro di Rusconi su Mina
"Storia di un mito raccontata da Nino Romano", che aveva in allegato una cassetta di brani ancora sconosciuti in Italia, interpretati dalla cantante tra cui la bellissima "Dindi" di Jobim. Un'occasione editoriale importante, con ospiti famosi sia nel campo artistico che culturale. Memorabile il menù del gastronomo e scrittore Vincenzo Buonassisi. Tutto in omaggio alle canzoni della cantante. Aperitivi: "Le mille bolle blu". Antipasti: "Ma che bontà". Tortellini: "Il cielo in un flan" e "Maialino a pois". Dessert: "Tintarella di luna" e tre giganteschi panettoni: "Grande, grande, grande".
Milano, Novembre 1994
Una significativa immagine delle vetrine della Pasticceria "Cova", di via Montenapoleone, la sala da tè più antica ed elegante della città. Sede insolita per presentare una novità editoriale, fortemente voluta dai proprietari Mario e Graziella Faccioli, con le figlie Paola e Daniela. Per l'occasione i maestri pasticceri del Cova si sono sbizzarriti, confezionando dolci e torte ispirati alla copertina e al titolo del libro. E' qui che il giornalista scrittore Paolo Mosca ha presentato il volume di Nino Romano, "Anche se non ho la torta soffio lo stesso sulle candeline", edito da Rusconi.
Il maestro C. A. Rossi, popolare compositore e pianista nativo di Rimini, era fraterno amico di Romano. Ha scritto più di 700 canzoni, tra le più importanti "E se domani", "Amore baciami", "Le mille bolle blu", "Quando vien la sera", "Na voce, 'na chitarra e 'poco 'e luna", "Trieste mia" e tante altre. Nonostante le sue notevoli qualità, non vinse mai un Sanremo. Era il suo cruccio. Diventato patron di Fonorama, importante centro di registrazione da cui passavano i più grandi artisti, scoprì che Lucio Battisti non sentiva dall'orecchio destro. Con uno stratagemma lo fece visitare ma non lo disse mai a nessuno.
Credeva ciecamente nell'amicizia. Fine cultore della buona cucina, con l'autore e l'amico medico Mario Poggi, si trovavano spesso, la domenica, a Vermezzo, un delizioso centro alle porte di Milano, dove trascorrevano allegre giornate sentendo musica e gustando piatti prelibati.


Qui sopra, una delle vetrine allestite per la presentazione del libro "Anche se non ho la torta soffio lo stesso sulle candeline". A destra, Nino Romano con Paolo Mosca, suo fraterno amico che ha ideato la manifestazione.


Nella prima foto, parte della Giuria: Elio Gigante, Silvia Koscina, Silvio Ceccato, l'autore, Guido Gerosa, Vincenzo Buonassisi, Gino Negri. In basso, il pubblico presente al Circolo della Stampa di Milano

L'autore con il maestro Carlo Alberto Rossi
"Minacantalucio", 1975
Quando Nino Romano conobbe il maestro Vittorio Buffoli, direttore artistico di Mina, nacque una profonda amicizia. All'inizio degli anni Ottanta il maestro lo propose come autore alla Rai di Roma, per creare programmi musicali. Si stabilì subito un bel rapporto professionale e di stima che durò più di dieci anni.
A Buffoli si deve un'operazione discografica clamorosa: l'ellepì "Minacantalucio". I due artisti, forse per timidezza, cantarono separatamente sulla base di un curatissimo arrangiamento del libanese Gabriel Yared. Era il 1975. Nella tana della Tigre, la chiesa sconsacrata di via Sant'Eufemia, a Milano, adibita a sala di registrazione, prima incise Mina poi, il giorno dopo, Battisti.
Buffoli disse poi a Battisti: "Questa iniziativa è stata importante per Mina, perché è entrata in una dimensione musicale nuova e moderna".
In seguito Mogol tentò d festeggiare con la cantante l'uscita del disco, ma senza fortuna, perché Mina non ricordò esattamente il luogo dell'incontro.
Buffoli stimava molto Lucio. Di lui ha detto: "E' talmente preparato che sarebbe potuto diventare un primo ministro, un chirurgo o un grande ricercatore scientifico".


A sinistra, il maestro Vittorio Buffoli al pianoforte
A destra,
la cover dell'Ellepì "Minacantalucio".

Romano con due celebri direttori d'orchestra
Al centro, il compositore, premio Oscar alla Carriera 2007, Ennio Morricone.
A destra, Gino Mescoli, pianista, compositore, arrangiatore, che ha girato il mondo con la sua grande orchestra e ha fatto cantare artisti di rilievo come Perry Como, Pat Boone, Mireille Mathieu, Dalida, Amalia Rodrigues.
Uno straordinario invito in Unione Sovietica
Nino Romano ha accompagnato in Russia il pittore Ernesto Treccani, figlio del fondatore della celebre enciclopedia, invitato dal Ministero della Cultura sovietico a presentare, nell'importante museo Puskin di Mosca, le sue opere d'arte.
Era la prima volta che un italiano partecipava a un evento di quella portata.
Amava dire Treccani: "Soltanto chi ha il cuore aperto alle sofferenze del mondo può esprimere la bellezza".
Mosca, Maggio 1976



Nino Romano a Mosca.
Con il maestro Ernesto Treccani, uno dei più grandi poeti d'immagine del Novecento.
Un gruppo di amici e parenti provenienti da paesi vicini, nella Piazza Rossa di Mosca. In quell'occasione Romano, mescolato tra di loro, scoprì che Piazza Rossa non aveva un significato politico. In realtà rossa voleva dire bella.